Fondazione della città
Secondo lo storico greco Erodoto, la città fu fondata da un gruppo di cretesi naufragati lungo le coste salentine, nei pressi dell’attuale Oria. Scelsero di costruire il nuovo insediamento sul colle più alto della zona, da cui era possibile dominare visivamente il territorio circostante. Lo chiamarono Hyria, un nome che richiama toponimi diffusi anche nell’area egea.
Da Hyria, i cretesi si espansero nel territorio salentino, dando origine al popolo dei Messapi (noti anche come Sallentini), così denominati dai Greci e successivamente dai Romani. A conferma di questi legami con il mondo egeo-minoico, nel territorio sono stati rinvenuti reperti di ceramica micenea.
Lo storico oritano Gaspare Papatodero fa risalire la leggendaria fondazione della città all’anno 1007 a.C.
Periodo messapico
A partire dall’VIII secolo a.C., Oria evolve da insediamento sparso a vera e propria città. Le prime abitazioni, probabilmente capanne, si concentrano sul colle più alto, come dimostrato da studi della Libera Università di Amsterdam. Questo tipo di urbanizzazione su alture era comune nell’Italia centro-meridionale del tempo, simile alla nascita di Roma sul Palatino.
Già nel VI secolo a.C., Oria si configura come centro urbano con edifici pubblici e religiosi. In quest’epoca si riscontra l’uso delle tegole nelle abitazioni, indice di un certo avanzamento edilizio. Degno di nota è il Santuario di Monte Papalucio, dedicato a Demetra e Persefone, dove sono stati ritrovati numerosi oggetti votivi, monete di città come Metaponto e Sibari, ossa e resti vegetali legati ai rituali sacri.
Durante il rifacimento della piazza antistante la Cattedrale, scavi dell’Università di Lecce hanno portato alla luce un tratto del muro di cinta messapico (V-IV secolo a.C.) e numerosi depositi funerari.
Oria fu uno dei maggiori centri messapici, in continuo scambio – e spesso in conflitto – con le principali città della Magna Grecia, in particolare Taranto. Lo scontro più celebre avvenne nel 473 a.C., quando i Messapi inflissero una storica sconfitta ai Tarantini e ai Reggini. Secondo Erodoto, si trattò della “più grande strage di Greci e Reggini che noi conosciamo”; Aristotele ne sottolinea l’importanza storica, collegandola al cambiamento politico di Taranto da aristocrazia a democrazia.
Periodo romano
I continui conflitti indebolirono sia Taranto che i Messapi, e nel 272 a.C. il territorio cadde sotto il controllo di Roma. Oria però non perse la sua importanza: nell’88 a.C. divenne municipio romano e mantenne il privilegio di battere moneta, a testimonianza della sua autonomia e rilevanza.
Le monete oritane riportano una grande varietà di simboli: la testa di Ercole con pelle leonina, Eros, il fulmine di Zeus, una colomba (simbolo di Demetra e Persefone), e l’aquila che afferra un fulmine. L’epigrafe “Orra”, nome latino della città, compare frequentemente. La ricchezza iconografica di queste monete, come osservato dallo studioso E. Travaglini, è unica tra i centri messapici.
La Via Appia, una delle più importanti vie consolari romane, passava vicino alla città, sottolineandone ancora una volta la centralità strategica.
Secondo la tradizione, San Pietro predicò il Vangelo a Oria nel 44 d.C. e consacrò il primo vescovo. Anche se le prove sono limitate, una lamina bronzea rinvenuta nel XVI secolo durante scavi sotto l’antico calogerato basiliano sembra confermare la precoce presenza del Cristianesimo in città.